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Art. 3 - Ampliamenti in aderenza al fabbricato - Edifici unifamiliari


Articolo 3 - Ampliamenti

Senza un motivo preciso inizio l'argomento "Piano Casa" partendo dall'utilizzo più classico di questa tipologia di intervento: gli ampliamenti.

Nello specifico, essendoci più tipologie ammesse, cercherò di dare spiegazioni su come procedere per le abitazioni ad uso unifamiliare con ampliamenti in aderenza al fabbricato principale.

Questo è uno dei vari schemi di sintesi forniti nella brochure rilasciata dalla Regione Lazio; visto così può sembrare che si possa "appiccicare" effettivamente un pezzo in più alla propria casa.

Per una volta almeno graficamente il concetto è reso abbastanza bene, l'unico problema è l'effettiva superficie realizzabile con il Piano Casa.

Per quanto riguarda gli effettivi metri quadri che si potrebbero sviluppare le indicazioni sono: il 20% della superficie "lorda" residenziale(non vanno conteggiati accessori, sottotetti, cantine ecc..) dell'immobile, chiamata anche S.U.L., fino ad arrivare ad un massimo di 70 mq(limite massimo dell'ampliamento consentito dal Piano Casa). 

Tale percentuale è incrementabile di ulteriori 10 punti nel caso in cui vengano installati dispositivi ad energia rinnovabile(pannelli solari di potenza non inferiore ad 1Kw), arrivando così ad un incremento del 30% della S.U.L. 

Come soluzione per avere uno spazio in più a casa sembrerebbe ottima, ma il problema, a mio giudizio, è nella maggior parte dei casi uno, rispettare i distacchi.

Per sviluppare una nuova superficie degna di essere chiamata stanza basta poco, se si ha una casetta di 40 mq. l'ampliamento massimo raggiungibile sarà di 10 mq. 
Non male effettivamente, ma il problema è dove metterli?

Stando al regolamento edilizio la distanza da rispettare tra il fabbricato ed il confine con la strada è di 5,00 ml. minimo, mentre con i confini che affacciano su altri lotti/fabbricati è di 7,50 ml.

Se si hanno questi requisiti già si è avanzati di una casella, anche perché non si potrebbe realizzare una stanza, ma allargarsi di poche decine di centimetri per tutto il perimetro(operazione che richiede quasi una demolizione del fabbricato), a mio giudizio costosa ed inutile.

Fatta chiarezza, spero, sulle quantità, e gli "standard" da dover rispettare, passiamo alla parte burocratica.

Sarà necessario presentare al comune di competenza una D.I.A. , presso il Genio Civile sarà necessario il deposito e l'approvazione di un progetto strutturale(che si tratti di cemento o di legno o altri materiali è indifferente, va presentato!).
Passati i 30 giorni di silenzio/assenzio si potrà procedere con l'inizio dei lavori. A conclusione verrà presentata la variazione catastale presso l'Agenzia delle Entrate ed una volta approvata la pratica si potrà procedere alla presentazione del fine lavori presso  l'ufficio tecnico del proprio comune.

Diciamo che in sintesi l'iter giusto è questo, ma è da considerarsi una guida massimale, in quanto le condizioni di presentazione e gli standard da rispettare sono svariati.

Sperando di essere di aiuto e di chiarimento, nel caso servisse qualche consiglio o informazione più dettagliata contattatemi all'indirizzo: alessiobenni@gmail.com

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